Il paesaggio umbro si è sempre caratterizzato, nella storia, per il suo aspetto aspro e guerresco: terra di contrafforti, di rocche e castelli che nella campagna funzionavano da centri di difesa oltre che da avamposti per le bonifiche e le coltivazioni, di abbazie fortificate che controllavano grandi proprietà terriere. Anche l'architettura rurale presenta caratteri difensivi nei tipici insediamenti mezzadrili di case coloniche sparse nei poderi che di solito raggiungevano l'estensione di 1012 ettari e su cui si stabiliva la famiglia di almeno 10 persone. Un piccolo mondo autosufficiente, ospitato in dimore generalmente sistemate su porzioni collinari, ornate di loggiati, arcate e torri colombarie, in cui si alternavano le colture arbustive, le foraggere ed i cereali, con evidenti effetti di policromia e varietà del paesaggio. Accanto alle abitazioni coloniche, le fattorie e le ville padronali diffuse a partire dal XVI secolo, complessi di maggiori proporzioni, connessi a proprietà di media estensione, spesso ricavate da antichi castelli o conventi ristrutturati, ancora oggi presenti nel territorio perugino e nell'Umbria settentrionale.
Ma il paesaggio collinare umbro è stato anche modellato, per secoli, da una complessa opera di risistemazione dei terreni, tesa a delimitare l'incidenza dell'erosione del suolo in seguito ai disboscamenti ed all'azione delle acque. La direzione dei campi, dei fossati di scolo, dei filari è stata, fino ai primi del '900, determinata dalla diffusione di una particolare tecnica di lavorazione, il "rittochino", che imponeva la dislocazione verticale dei solchi per il rapido deflusso delle acque; tecnica dalle conseguenze catastrofiche poiché ha finito col favorire il dilavamento dei terreni. Soltanto nell'ultimo secolo, hanno prevalso le distribuzioni in senso orizzontale, simili a quelle della pianura, che hanno ridisegnato in modo originale i paesaggi collinari con ciglionamenti e ripiani dove una volta primeggiavano le colture promiscue dell'olivo e della vite; un mosaico irregolare di piccoli appezzamenti quasi mai chiusi, spesso solo delimitati dalle alberate, ma che negli ultimi decenni, in seguito a processi di modernizzazione ed accorpamento, sono divenute aree di colture specializzate
|